Callimaco, linnamorato della commedia, mosso da un inarrestabile
desiderio di vedere Lucrezia, abbandona Parigi, diretto a
Firenze.
Con risolutezza, progetta e attende lincontro con la donna vagheggiata.
Il suo è un amore contrastato, ostacolato dallindole stessa di Lucrezia
"onestissima e al tutto aliena dalle cose damore, (I,1) e il suo stato
danimo è dibattuto tra speranza e disperazione: " Io sono una nave vessata da dua diversi venti, che tanto piú teme, quanto
ella è più presso al porto. La semplicità di messere Nicia mi fa sperare, la
providenzia e durezza di Lucrezia mi fa temere. Oimè, che io non truovo requie in alcuno
loco!" (IV,1).
Scena con prospettiva teatrale - Inc. in C. Gonzaga, Gli inganni -
Venezia 1592
Conscio della situazione, Callimaco è determinato, almeno inizialmente, ad agire:
" A me bisogna tentare qualche cosa, sia grande, sia periculosa, sia dannosa, sia
infame."(I,3). Poi, delega lazione agli altri, segue i suggerimenti di Ligurio e i suoi discorsi, quando non sono stati predisposti dal
parassita, sono quelli di un innamorato.
Sfinito dallattesa, si interroga sul senso della pericolosa trama intessuta
"che fai tu? Se tu impazzato? Quando tu lottenga,
che fia?" (IV,I).
Ma è tanto il "desio dessere una volta con costei" (IV,I) che il piano
della beffa viene portato a compimento e Callimaco può diventare " signore, patrone, guida:
padre,
defensore" (V,4)
di Lucrezia.
Silvia Fortunato |