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LABORATORIO LETTERARIO: I PERSONAGGI
FRA' TIMOTEO E LA CORRUZIONE DELLA CHIESA |
Fra Timoteo
verosimilmente faceva parte dellordine dei Domenicani (cfr. V,1: "Noi vi
solavamo ogni sera doppo la compieta andare a procissione, e farvi cantare ogni sabato le
laude", pratica caratteristica della liturgia domenicana). La piazza ("Sta in su
questa piazza, in quell'uscio che voi vedete dirimpetto a noi", II,1) potrebbe essere
quella di Santa Maria Novella, sede dei Domenicani.
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Machiavelli, nelle sue opere, assume un
atteggiamento critico nei confronti della Chiesa e, nella Mandragola, si serve della
figura di Fra Timoteo per evidenziare e sintetizzare i caratteri più vistosi della
degradazione del clero. Fra Timoteo assume un ruolo di sostanziale importanza
nella commedia: è grazie alla sua furbizia, intelligenza e abilità oratoria che ha buon
fine il tranello ordito da Ligurio, ("questi frati sono trincati, astuti; ed è ragionevole, perché e sanno e
peccati nostri, e loro, e chi non è pratico con essi potrebbe ingannarsi e non sapere
condurre a suo proposito", III,2), il quale sfrutta lindole corrotta del frate
per vincere la ritrosia di Lucrezia. A sottolineare la
personalità degradata e contraria alla morale cristiana del frate contribuisce anche il
nome, che in greco significa "colui che onora Dio", assegnatogli
dallautore con evidente ironia.
Il frate usa spesso un linguaggio popolare (per es: gagno
III,5, baccanella III,12), ingiuria le donne ("e tutte le donne hanno poco
cervello", III,9), rivelando sia scarsa sensibilità, sia di essere più in linea con
la cultura e la mentalità popolare coeva che con gli insegnamenti cristiani |
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Labilità
oratoria è uno dei mezzi di cui più efficacemente si avvale per distorcere la realtà secondo i suoi intenti, condendo i suoi
discorsi di latinismi ("clemenzia" III,3, "ite"III,12,
"valète" V, 6) e di riferimenti biblici
decontestualizzati: per persuadere Lucrezia, Timoteo porta lesempio, tratto dal
libro della Genesi, delle figlie di Lot che giacquero con il padre al solo fine di
procreare, convinte che non esistesse nessun altro uomo sulla Terra (III, 11). Il frate
approfitta della fede e dellonestà di Lucrezia e sfrutta lascendente che egli
ha, in qualità di confessore, legittimando un atto che nulla ha di legittimo agli occhi
di Dio. Pur essendo consapevole del male che compie, come è evidente nel monologo della
scena sesta dellatto quarto,("Dio sa che io non pensavo a iniurare persona,
capitommi inanzi questo diavolo di Ligurio, che mi fece intignere
el dito in un errore, donde io vi ho messo el braccio, e tutta la persona"),
tuttavia, condizionato come uomo "troppo facile e troppo buono" dalle
"cattive compagnie che conducono gli uomini alle forche", non desiste dal suo
sbaglio e continua imperterrito a perseguire i suoi scopi.
Lunico suo vero interesse è lutile economico ("E' si vuol porvi una
immagine, per rizzarci un poco di baccanella, acciò che io abbia fatto quest'altro
guadagno con voi", III,12; " E poiché debbono venire a trovarmi a casa, io non
voglio star piú qui, ma aspettargli alla chiesa, dove la mia mercanzia varrà
piú.", V,3) e, per raggiungerlo, non rispetta le regole morali e abusa del potere
che deriva dalla sua posizione.
Il degrado della Chiesa veniva denunciato in quegli anni dallo stesso Machiavelli nei
Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (libro I, capitolo XII) con le parole "
per gli esempi rei di quella corte, questa provincia ha perduto ogni divozione e
religione", e da Francesco Guicciardini che, nei Ricordi (28), riprese la polemica
contro la corruzione del clero evidenziando tre vizi (ambizione, avarizia, mollizie) e
auspicando "che questa caterva di scellerati sia ridotta a termini debiti, cioè a
restare o sanza vizi o sanza autorità".
Michela Bozzini e Francesca Calzolari |
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