INCONTRO CON L'ATTORE-REGISTA ROBERTO
PULIERO
Il giorno 3 Febbraio 1999, l'attore-regista veronese Roberto Puliero si
è intrattenuto con noi per una lezione di semiotica del teatro.
L'esigenza di confrontarci con un "addetto ai lavori" è nata
spontaneamente per rispondere alla necessità di una conoscenza più approfondita della
comunicazione teatrale e, al contempo, per risolvere i numerosi problemi (musiche,
scenografie, costumi, ruoli, rielaborazione testo) che si
accompagnano alla messa in scena di un'opera.
Dalla lezione è nato un dibattito.
D: Come nasce la scenografia di una
rappresentazione teatrale?
R: L'impostazione del lavoro è solitamente studiata dal regista che
offre, poi, gli spunti per l'opera dello scenografo. La rappresentazione di un ambiente
segue criteri abbastanza lineari: si può scegliere di riprodurre realisticamente un
luogo, secondo le indicazioni dell'autore (sceneggiatura realistica), oppure, più
frequentemente, si opta per una "scenografia per elementi", che richiama la
realtà simbolicamente, reinventandola. Questo tipo di scelta è motivata dall'esigenza di
vivacizzare lo spazio scenico, permettendo all'attore di muoversi con maggiore
naturalezza. La scenografia riveste, peraltro, un ruolo fondamentale nella fase
preliminare del lavoro di un attore: associare le battute di scena ai relativi movimenti
ne favorisce, infatti, la memorizzazione.
D: Fino a che punto è lecito e possibile per un attore o per un
regista interpretare un testo teatrale in modo
personale?
R: Non vi è una risposta univoca, si seguono per lo più tre tendenze.
C'è chi è favorevole a una riproduzione fedelissima del testo, chi opta per un totale
stravolgimento e chi, infine, rielabora parzialmente l'opera adattandola, mediante piccoli
tagli, alla sensibilità del pubblico. Esagerare in entrambi i versi è controproducente.
La posizione migliore è, quindi, quella favorevole a intervenire, senza apportare
radicali trasformazioni per lasciare intatto lo spirito di fondo dell'opera.
D: Che rapporto s'instaura fra lo spettatore e la compagnia?
R: Il rapporto è quello di una complicità molto forte. La bravura di
un attore consiste proprio nel saper instaurare un rapporto speciale con il pubblico e nel
riuscire a comunicare.
D: C'è differenza nell'approntare un testo comico rispetto a uno
drammatico?
R: La difficoltà maggiore non risiede tanto nella diversità del
genere, quanto nell'approfondire psicologicamente un personaggio. Per quanto riguarda la comicità, ad esempio, si può
intenderla in diversi modi: essa può nascere dalla riproduzione di personaggi
verosimili e credibili, anche se caricati, oppure scaturire da battute demenziali e di
immediata comunicativa.
D: Che criterio si segue nell'assegnazione delle parti?
R: Solitamente il regista sceglie un attore in base allidea che
si è fatto del personaggio che deve essere interpretato; contano anche le caratteristiche
fisiche.
D: Quali sono le caratteristiche che un attore deve avere?
R: Oltre alla comunicativa, sono fondamentali la dizione e
l'intonazione della voce.
D: Qual è il ruolo della musica nelle
rappresentazioni teatrali?
R: La musica è importantissima: può ricreare latmosfera
dellepoca in cui è ambientata la rappresentazione, oppure suggerire o sottolineare
stati danimo.
Angela Bonalumi, Stefano Ciacciarelli, Manuel Ficial |