|
PLURILINGUISMO CATULLIANO
Catullo, nei suoi carmi, fa uso di particolari arcaismi (per es: quicum
2,2 ; oraclum 7,5 ) che sono propri del linguaggio antico e vengono utilizzati
o per dare solennità al verso o per semplici ragioni di metrica.
Spiccano anche le espressioni di carattere proverbiale ( quod vides
perisse perditum ducas 8,2 ) e quelle proprie del linguaggio familiare ( quantum
est hominum 3,2 ; unius assis 5,3 ; satis superque 7,2 ; nulla
8,14 ; omnia si faciat 75,4) .
Al linguaggio familiare appartengono pure vocaboli usati in prevalenza
dai commediografi latini, come Plauto ( ipsa - è usato nel linguaggio degli
schiavi delle commedie plautine per designare la padrona - ; vivere -
utilizzato al posto di essere -).
Altro esempio di lingua colloquiale , tipico di Catullo, è luso dei
diminutivi (per es.: solaciolum 2,7 ; ocelli 3,18 ) che il poeta
utilizza con specifico valore affettivo, soprattutto, per descrivere la fisionomia e le
caratteristiche della donna amata, e che sono strettamente collegati al linguaggio di tipo
erotico-affettivo (per es.: puellae 2,1; iocosa 8,6 ; rogabit 8,13;
bella 8,16) sempre presente nei carmi e che il poeta adopera per descrivere il suo
legame con Lesbia e la loro vicenda amorosa. .Nei carmi riguardanti la disillusione di
Catullo nei confronti dellamore di Lesbia il linguaggio erotico-affettivo si
trasforma in un linguaggio osceno ( glubit magnanimi Remi nepotes, trad. scuoia il
seme magnanimo di Remo, 58,5 ) che risulta offensivo riferito alla donna, ma arricchisce
il linguaggio del carme, movimentandone il tono.

Catullo inserisce nelle proprie composizioni anche parole ed espressioni tratte da poeti
greci (tipiche sono le espressioni omeriche : primum digitum, trad. la punta
del dito 2,3 ; nox 5,6 ; harenae 7,3 ; longe
resonante 10,3 - tipica aggettivazione omerica) che conferiscono un tono elevato e
contribuiscono ad arricchire il "plurilinguismo catulliano" (vedi scheda analitica).
Michela Dal Bosco, Sara Roccabianca e Alice Zamberlan |
Sirmione, Grotte di Catullo.
Volta a botte. |