Durante la prima metà del quarto secolo cambiarono radicalmente i rapporti tra i Goti e l’Impero Romano.

La decisione di Costantino di fondare una nuova “capitale” sul Bosforo portò al necessario rafforzamento del limes danubiano. L’imperatore fece diverse spedizioni al di là del Danubio sconfiggendo più volte i Goti, i Sarmati e i Taifali, arrivando addirittura a riconquistare – per poco tempo – diverse parti della Dacia abbandonata al tempo di Aureliano.

Costantino riuscì a imporre ai Goti un accordo, un foedus, forse il primo trattato ufficiale tra l’Impero e i Goti. Questi divennero foederati, pacificati e obbligati a fornire giovani per le truppe ausiliarie in cambio di un tributo o addirittura di piccoli appezzamenti di terreno all’interno dell’Impero, quasi sicuramente lungo il Danubio.

Costanzo II dovette affrontare una crisi lungo il Danubio con alcuni gruppi dei Sarmati, la gestione di questa crisi è molto simile a quella che anni dopo porterà al disastro di Adrianopoli.

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I rapporti tra i Goti e l’Impero romano cambiarono radicalmente nei primi anni del quarto secolo con la fine della tetrarchia e l’inizio dell’era dei Costantinidi.

Per proteggere la neonata Costantinopoli l’imperatore Costantino fece diverse spedizioni al di là del Danubio sconfiggendo più volte i Goti, i Sarmati e i Taifali arrivando anche a riconquistare piccole parti della Dacia romana sgombrata ai tempi di Aureliano. Costantino impose un trattato, il primo foedus ai Goti i quali divennero foederati dell’Impero.

Durante il dominato di Costanzo II, figlio e successore di Costantino, scoppiò una crisi di confine con i Sarmati Limiganti, una crisi simile in molti aspetti a quella che anni dopo porterà al disastro di Adrianopoli.

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