GLI ULTIMI VINCITORI DELLE OLIMPIADI

Non abbiamo una data certa dell’ultima edizione delle Olimpiadi antiche. Gli studiosi hanno proposto diverse date e tutt’ora si discute sulla fine delle Olimpiadi.

Le Olimpiadi potrebbero essere state messe fuori legge insieme a tutti gli altri Giochi Sacri alla fine del quarto secolo d.C. da Teodosio I. L’ultima edizione dovrebbe essere tenuta nel 393 d.C., negli anni immediatamente successivi a tutte quelle leggi di Teodosio che sopprimevano i templi pagani e soprattutto i riti pagani; forse non ci è giunta a noi una legge dove Teodosio testualmente sopprimeva i giochi sacri.

Oppure l’ultima edizione fu tenuta nel 427 d.C. o nel 431 d.C. Successivamente Teodosio II avviò la soppressione dei Giochi, chiuse il Santuario di Zeus a Olimpia e fece trasportare la gigantesca statua di Zeus a Costantinopoli precisamente nel palazzo di di Lauso; addirittura la fine delle Olimpiadi potrebbe essere collegata all’incendio della sinagoga di Gerusalemme. Questa tesi si fonda sulla lettura di alcuni passi – confusi in verità – del Compendio di Giorgio Cedreno, del panegirico di Claudiano al console Manlio e ad alcune leggi dei primi decenni del quinto secolo che regolano l’organizzazione dei giochi.

C’è anche chi afferma che le Olimpiadi e gli altri Giochi Sacri non sono soppressi da qualche legge o per il volere di un imperatore zelante, ma scompaiono lentamente nel silenzio per diversi fattori come la crisi economica, la diffusione del cristianesimo, il declino dei valori dell’agonismo classico, le incursioni dei barbari in particolare quelle dei Goti e degli Eruli del terzo e quarto secolo.

Gli ultimi vincitori delle Olimpiadi di cui abbiamo testimonianza sono due vincitori del pugilato o del pancrazio dell’edizione n°287 (369) o n°288 (373).

Philumenos di Filadelfia di Lidia doveva essere un atleta famosissimo: una sua statua fu alzata nell’associazione degli atleti a Roma e inoltre si narrava che era così fotte da sfondare con un solo pugno una statua di bronzo.

Varazdat di Armenia, figlio di Anop non fu solo il re d’Armenia dal 374 al 378, ma fu anche un atleta incredibile: vinse alle Olimpiadi e in una competizione a Eliopoli sconfisse cinque leoni a mani nude!

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Venerdì. Epigrafi!

L’ULTIMO GRANDE EROE OLIMPICO

«Philumenos. I nostri sempre principi e padroni Valentiniano, Valente e Graziano. Philumenos in tutte le competizioni atletiche da Oriente a Occidente (fu) sempre vincitore nella lotta mista, nella lotta, nel pancrazio e nella lotta con i cesti (pugilato). Fu giudicato essere degno di gloria eterna posizionare la statua nella “curia degli atleti”, la quale (statua) (fu) accettata di buon grado da tutti gli atleti. Il senato e parimente il popolo romano seguirono ciò con grande favore.»

[CIL VI 10154 – ILS 5164. Traduzione personale. Consultata la traduzione in inglese di Sofie Remijsen in The End of Greek Athletics in Late Antiquity. pagina 86]

Questa iscrizione fu incisa sulla base di una statua dedicata all’atleta Philumenos. La statua doveva trovarsi a Roma nella sede dell’associazione degli atleti (curia athletarum), la quale era nelle vicinanze delle terme di Traiano. Questa iscrizione fu scoperta intorno alla seconda metà del diciassettesimo secolo nei terreni della basilica di San Pietro in Vincoli sul Colle Oppio, ma è giunta a noi solo la trascrizione fatta dai diversi eruditi che studiarono l’iscrizione tra la fine del diciassettesimo secolo e l’inizio del diciottesimo.

L’iscrizione è datata tra il 367 (Graziano è proclamato imperatore) e il 375 (morte di Valentiniano) e celebra le vittorie di Philumenos, il quale POTREBBE essere l’ultimo vincitore delle Olimpiadi di cui abbiamo una qualsiasi testimonianza.

POTREBBE? MA NEL TITOLO HO SCRITTO L’ULTIMO!

Benché non sia affermato testualmente dall’iscrizione, è evidente che Philumenos abbia partecipato e abbia vinto alle Olimpiadi. L’iscrizione lo ricorda come colui che vinse tutte le gare a Occidente e a Oriente; inoltre era consuetudine dedicare una statua ai vincitori delle Olimpiadi e degli altri Giochi Sacri.

Il monaco egizio del quinto secolo Panodoro curò un’edizione del Chronicon di Eusebio di Cesarea e aggiunse di mano sua una piccola serie di postille nell’elenco cronologico dei vincitori delle Olimpiadi, elenco che si ferma alla duecentoquarantanovesima olimpiade del 217 d.C.

Una di queste postille riguarda Philumenos di Filadelfia di Lidia, lottatore vissuto al tempo dell’imperatore Teodosio I (379-395), famosissimo per la sua forza incredibile.

Philumenos mollò un pugno a una statua di bronzo, la sfondò e piegò gli strati più interni della statua

Per commemorare tale impresa fu inciso questo epigramma sotto la statua sfondata:

«Il bronzo è molto più debole della mia mano»

Oggi si tende a identificare il Philumenos citato da Panodoro come il Philumenos dell’iscrizione.

La vittoria di Philumenos è datata all’Olimpiade n°287 (369 d.C.) o n°288 (373), però potrebbe essere che il nostro Philumenos non sia l’ultimo grande eroe olimpico, ma il penultimo!

Il vescovo armeno Mosè di Corene visse nel quinto secolo e scrisse Patmutyun Hayots, una storia dei re dell’Armenia. Varazdat(d) fu re dell’Armenia dal 374 al 378 d.C. e da giovane vinse le Olimpiadi nelle gare di pugilato, addirittura alle gare di una Eliopoli in Grecia atterrò ben cinque leoni a mani nude.

Quasi sicuramente Mosé esagerò nella descrizione delle qualità atletiche di Varazdat e forse si ispirò a tutta quella serie di racconti semi-leggendari su Alessandro Magno; ovviamente non possiamo totalmente negare che Varazdat abbia davvero partecipato e vinto alle Olimpiadi.

Il testo latino è tratto dal secondo volume degli scritti di padre Antoniomaria Lupi

https://books.google.it/books?id=DpJteeVJJBIC&dq=tamine+ab+oriente+ad+occidente&hl=it&source=gbs_navlinks_s

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