Lo schiaffo di WikiLeaks all’America. «Ecco l’arsenale degli #hacker Cia», GUIDO OLIMPIO, Corriere, 8 marzo 2017

Mentre, a Washington, la Casa Bianca, i democratici, l’Fbi e gli analisti si accapigliano su intercettazioni e rapporti con i russi, WikilLeaks scarica una nuova «bomba». Micidiale. 8.761 file che rivelano incredibili tecniche di spionaggio messe in atto dalla Cia, compresa una trovata che a qualcuno poteva sembrare una stramberia. Grazie alla cyber-tecnologia l’agenzia è in grado di usare come un microfono d’ascolto le smart tv Samsung sistemate in qualsiasi casa. E questo, ovviamente, apre mille strade, visto che oggi un gran numero di oggetti che arredano le nostre abitazioni sono legati alla rete Internet. Dunque esistono tante porte dalle quali gli intrusi possono infilarsi per sorvegliare.

WikiLeaks, presentando la prima puntata «Vault 7», ribattezzata «Anno Zero», ha annunciato che altre rivelazioni seguiranno nei prossimi giorni. Un fiume impetuoso che potrebbe avere forti ripercussioni visti i contenuti: 1) Con il programma Weeping Angel, elaborato dagli americani insieme ai britannici, le tv sono messe in posizione «spenta» e diventano sistemi d’ascolto a distanza. 2) Possibilità di controllo remoto, sempre per l’ascolto, di qualsiasi telefonino dell’ultima generazione. 3) Presenza di un centro Cia nel consolato statunitense di Francoforte che fa da collettore per le informazioni carpite in Europa, Medio Oriente e Africa. 4) Possibilità di intervenire su centraline che governano vetture e grossi mezzi di trasporto, come i Tir. 5) Divisione speciale dell’intelligence nel quartier generale di Langley, Virginia, che sviluppa «virus» e altre diavolerie per infiltrarsi via web. 6) Possibilità di bucare i sistemi criptati che proteggono telefonini o canali come Whatsapp o Telegram. 7) Umbrage, un gigantesco database raccolto dagli americani contenente malware (software «cattivo») e altri trucchi utilizzati da «pirati» della rete in tutto il mondo, compresi i russi.

Proprio quest’ultimo punto si sarebbe rivelato fatale. Secondo Julian Assange la sua organizzazione sarebbe entrata in possesso dei segreti grazie alla perdita di controllo su parte del materiale. Sembra che da tempo porzioni consistenti dell’archivio circolassero, senza controllo, tra dipendenti a contratto, hacker, dipendenti federali. Uno tra questi (o forse più) hanno passato la montagna di files, ripetendo quanto fatto da Edward Snowden e Chelsea Manning con i segreti dell’Nsa. A giudizio di alcuni esperti, Weeping Angel è stato concepito per colpire target individuali, dal membro di un governo ad un agente avversario, da un vero terrorista al singolo cittadino. Al solito si ha la percezione di un rastrello poderoso che entra in ogni aspetto della vita.

La botta di WikiLeaks pare aver colto di sorpresa gli ambienti ufficiali. La Cia, secondo costume, si è arroccata sul no comment e non ha voluto confermare o meno la fondatezza delle «carte». Linea cauta in una fase dove il tema dello spionaggio ha avvelenato i pozzi di Washington. I russi sono stati accusati di aver interferito nel voto giocando di sponda con WikiLeaks, che prima delle elezioni ha diffuso le email della Clinton. Situazione imbarazzante per la candidata ma che ha reso felice Donald Trump. L’attuale presidente, durante la campagna, ha elogiato pubblicamente l’azione del gruppo guidato da Assange. Poi, pochi giorni fa, ha preso di punta il predecessore Obama insinuando che lo avesse fatto sorvegliare. Ma secondo WikiLeaks, la Cia sarebbe stata in grado di penetrare e controllare l’account Twitter del presidente qualunque tipo di smartphone avesse utilizzato. Ora che Trump è alla Casa Bianca si trova a gestire una «voragine» di informazioni top secret. Una grana anche per il nuovo direttore della Cia, Mike Pompeo, che giustamente aveva previsto come il fronte cyber sarebbe stato il più impegnativo. Però non pensava certo a questo.

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