Un epigramma estivo di Marziale, dove l’autore chiede ai maestri di essere buoni con i loro studenti durante la calda estate e di non usare la sferza per punirli.

Marziale, Epigrammi, X, 62:

«O maestro di scuola, abbi pietà dei tuoi ingenui allievi: possano in cambio ascoltarti molti capelluti ragazzi e possa tu essere amato dalla scolaresca che siede alla tua mensa raffinata. Nessun maestro di aritmetica o di stenografia sia circondato da una più numerosa schiera. La limpida luce del giorno arde per la fiamma del Leone e l’infuocato mese di luglio cuoce e abbrustolisce le messi. Lo staffile scitico, fatto di terribili strisce di cuoio, con cui fu battuto Marsia di Celene, e la severa canna, strumento del potere dei pedagoghi, si riposino e dormano fino alle Idi di ottobre: d’estate i ragazzi imparano abbastanza, se stanno bene.»

(Edizione UTET a cura di Giuseppe Norcio)

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MARSIA, APOLLO E I COMPITI PER LE VACANZE – UN EPIGRAMMA DI MARZIALE

Marziale scrive questo simpatico e lunghetto epigramma dove chiede a un maestro di essere benevolo con i suoi studenti: durante la calda estate, quando la costellazione del leone è osservabile, gli studenti sono più attenti senza gli urli del maestro e soprattutto senza la minaccia della sferza.

Un povero studente sferzato violentemente dal maestro è simile a Marsia il flautista frustato a morte e scorticato da Apollo.

Marziale, Epigrammi, X, 62:

«O maestro di scuola, abbi pietà dei tuoi ingenui allievi: possano in cambio ascoltarti molti capelluti ragazzi e possa tu essere amato dalla scolaresca che siede alla tua mensa raffinata. Nessun maestro di aritmetica o di stenografia sia circondato da una più numerosa schiera. La limpida luce del giorno arde per la fiamma del Leone e l’infuocato mese di luglio cuoce e abbrustolisce le messi. Lo staffile scitico, fatto di terribili strisce di cuoio, con cui fu battuto Marsia di Celene, e la severa canna, strumento del potere dei pedagoghi, si riposino e dormano fino alle Idi di ottobre: d’estate i ragazzi imparano abbastanza, se stanno bene.»

(Edizione UTET a cura di Giuseppe Norcio)

Testo latino:

Ludi magister, parce simplici turbae:

Sic te frequentes audiant capillati

Et delicatae diligat chorus mensae,

Nec calculator nec notarius velox

Maiore quisquam circulo coronetur.

Albae leone flammeo calent luces

Tostamque fervens Iulius coquit messem.

Cirrata loris horridis Scythae pellis,

Qua vapulavit Marsyas Celaenaeus,

Ferulaeque tristes, sceptra paedagogorum,

Cessent et Idus dormiant in Octobres:

Aestate pueri si valent, satis discunt.

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