ARISTOTELE ER BULLO

Per il liceo classico la seconda prova della Maturità consisteva nella traduzione di un passo dell’Etica Nicomachea.

L’argomento era l’amicizia.

Aristotele che parla di amicizia? Egli, che secondo le parole del nostro paradossografo latino dal cuore greco, o semplicemente Claudio Eliano, era un bullo di prima categoria conciato come uno stereotipato pappone afroamericano degli anni settanta che punzecchiava un vecchio ottantenne con problemi di memoria?

«Si racconta come l’inimicizia fra Platone e Aristotele abbia avuto origine dai seguenti fatti. A Platone non andava a genio la condotta di vita di Aristotele, e nemmeno il suo modo di vestire: Aristotele, infatti, usava vesti e calzature ricercate, si tagliava i capelli in una maniera giudicata da Platone ugualmente bizzarra, e portava una quantità di anelli di cui si pavoneggiava; aveva inoltre un’espressione beffarda dipinta sul volto, e nel parlare era oltremodo loquace e inopportuno, il che contribuiva a rendere criticabile il suo comportamento: tutte queste attitudini – è evidente – non si addicono per nulla a un filosofo. Platone dunque, vedendo ciò, non voleva avere contatti con Aristotele, ma gli preferiva Senocrate, Speusippo Amicle e altri, che trattata con tutti gli onori, in particolare discutendo con loro. Un giorno, mentre Senocrate, era in viaggio alla volta della sua patria, Aristotele – spalleggiato da una schiera dei suoi discepoli, fra i quali vi erano il focese Mnasone e altri come lui – affrontò Platone (Speusippo in quei giorni era malato e non era perciò in grado di accompagnare Platone nelle sue passeggiate: quanto a Platone, aveva ormai ottant’anni, e inoltre la sua memoria vacillava a causa dell’età). Aristotele dunque – con fare aggressivo e ostile – cominciò a rivolgere a Platone una quantità di domande in tono di sfida e per metterlo in certo modo alle strette, tenendo una condotta palesemente ingiusta e villana nei suoi confronti: Platone, perciò, smise di passeggiare fuori dall’Accademia e prese a farlo all’interno di essa insieme ai suoi amici. Trascorsi sei mesi, Senocrate ritornò dal suo viaggio e trovò Aristotele intento a passeggiare là dove egli aveva lasciato Platone; vedendo poi che Aristotele – nel rientrare dal passaggio con i suoi discepoli – non si recava da Platone, ma tornava a casa sua in città, chiese a uno della compagnia dove mai si trovasse Platone (gli era infatti venuto il sospetto che fosse malato); al che quello rispose: . Come udì queste parole, Senocrate si recò immediatamente da Platone, e lo trovò intento a dialogare con i suoi discepoli, che erano assai numerosi e ragguardevoli: i giovani più in vista. Quando terminò la sua lezione, Platone – come era naturale – salutò affettuosamente Senocrate, e questi fece altrettanto con lui. Dopo che la compagnia si fu sciolta, Senocrate – senza dire nulla a Platone e senza che questi gli avesse detto nulla – riunì i compagni e redarguì assai aspramente Speusippo per aver creduto ad Aristotele la zona del passeggio; affrontò quindi di persona lo Stragirita a muso duro e spinse a tal punto la sua determinazione che riuscì a cacciare di là Aristotele e a restituire a Platone il suo luogo abituale.»

Claudio Eliano, Storie Varie, III, 19

(edizione Adelphi, a cura di Nigel Wilson, traduzione di Claudio Bevegni)

https://www.adelphi.it/libro/9788845912122

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