CULTURA CLASSICA E NUOVE TECNOLOGIE*

di Licia Landi
(docente del Liceo Classico “S. Maffei” di Verona)

* articolo pubblicato nel numero di dicembre 1999 della rivista Quipo Web

 

In questi anni ’90 del nostro secolo, le nuove tecnologie sono ormai entrate nel mondo dell’umanista e ne coinvolgono sia i modi di lavorare, sia le istituzioni di riferimento (scuole, università, biblioteche, etc.) con straordinari benefici che riguardano non solo la didattica e la ricerca, ma anche il dibattito scientifico, accelerato e divulgato dalla Rete, e le biblioteche, con i cataloghi informatizzati; tuttavia, pervicaci pregiudizi “impediscono” ancora a molti di accorgersene o, peggio, li inducono ad osteggiare acriticamente i cambiamenti.Spiace dirlo, ma, proprio nella scuola questi atteggiamenti sono tuttora diffusi e non sempre si tratta di resistenze psicologiche (più o meno giustificate) all’uso delle “macchine”, quanto, piuttosto, di vera avversione per un’innovazione che viene percepita come minaccia alla purezza della cultura, alle nostre radici, a noi stessi e a chissà che cosa ancora.

Eppure, se è vero che obiettivo dell’apprendimento del latino (e del greco), specie nel triennio liceale, è la lettura dei testi antichi (dove “lettura” significa comprensione e traduzione, ma anche studio della lingua, della letteratura e della cultura), perché mai dovrebbe essere “pericoloso”, tanto per fare un esempio, l’utilizzo di una base di dati testuale latina (o greca) su Cd-Rom che, mediante un software specifico, consente di reperire immediatamente tutte le occorrenze di una parola in un determinato testo? La “Bibliotheca Teubneriana” o la “Patrologia latina” in Cd-Rom sono forse meno attendibili delle corrispondenti edizioni cartacee, di cui sono l’esatta trasposizione? O forse un tipo di ricerca che ha caratterizzato per secoli l’attività del filologo diviene meno nobile, solo perché eseguita (con molto risparmio di tempo e maggiore completezza) dal computer? A questo proposito, vale la pena di rilevare che con programmi di text retrieval si possono eseguire diverse operazioni sul testo, come rintracciare, in modo semplice, una forma, gestire interrogazioni e produrre indici e concordanze.

Nell’ambito della didattica delle lingue classiche, queste ricerche ed attività sono talmente avvincenti e proficue, che ormai da tempo le ho incluse nel mio insegnamento proprio perché suscitano curiosità negli studenti, li invogliano ad un rapporto più critico e consapevole con il testo e, spesso, sono la base di partenza per progetti d’approfondimento, sviluppati anche ipertestualmente (per es. “Il saggio e il tempo” sul “De Brevitate vitae” di Seneca: http://www.licialandi.com).

WWW: LA BIBLIOTECA UNIVERSALE

Ai nostri giorni, il Web, grazie alla quantità infinita di risorse che incessantemente vi confluiscono, è la più grande, la più varia e la più labirintica biblioteca mai esistita, ricchissima di materiali d’ogni genere, afferenti ai diversi campi del sapere.

Tramite i principali motori di ricerca (Altavista, Yahoo, Lycos etc.), oppure mediante motori dedicati al mondo antico e medioevale, come Argos (http://argos.evansville.edu), è possibile rintracciare moltissimi testi antichi, in lingua originale ed in formato elettronico, che possono essere comodamente scaricati sul proprio computer e consultati off-line, in qualsiasi momento, oppure stampati su carta.

Se, però, si desiderano trovare in Rete delle risorse specifiche, sarà bene avvalersi di una guida che cataloghi i siti e, magari, dopo averli vagliati, li accompagni con un breve giudizio. Tra le fonti più attendibili e aggiornate si segnalano la “Rassegna degli Strumenti informatici per lo Studio dell’Antichità”, che presenta, tra gli altri, il non trascurabile vantaggio di essere scritta in Italiano (http://www.economia.unibo.it/dipartim/stoant/rassegna1/intro.html)e le statunitensi “Electronic Resources for Classicists: The Second Generation” (http://www.tlg.uci.edu/~tlg/index/resources.html).

Ma nel WWW ci sono anche alcuni interessanti progetti che, per la ricchezza e la varietà dei materiali presentati, possono costituire un efficace ausilio nella prassi didattica quotidiana. Il “Perseus project”, a cura del Dipartimento di Studi Classici della Tufts University, (http://www.perseus.tufts.edu), ad esempio, è una raccolta di testi greci (in gran parte d’autori del V sec. A. C.), accompagnata da diverse sezioni, tra cui spiccano “Lexica”, che mette a disposizione on line, per gli utenti, il notissimo vocabolario Liddell-Scott, sia nella versione Intermediate, sia nella versione integrale, la “Princeton Encyclopedia of Classical Sites” e, soprattutto, un eccezionale apparato iconografico, con oltre 13.000 immagini di monete, vasi, sculture, edifici e siti archeologici.

Questo ed altri consimili siti (come, per es., “Labyrinth”, per la tarda antichità: http://www.georgetown.edu/labyrinth/; la “Bibliotheca Augustana, per i testi latini e greci: http://www.fh-augsburg.de/~harsch/augusta.html), per la dovizia della documentazione raccolta e dei materiali selezionati, costituiscono per gli studiosi e per semplici curiosi una straordinaria opportunità d’esplorazione e di conoscenza della letteratura e della civiltà classica nei suoi molteplici aspetti.

Una nuova finestra si è spalancata sul mondo antico, per farlo conoscere, apprezzare ed amare e per diffonderne gli inestimabili valori culturali. Perché, allora, volersi arroccare su posizioni di sterile distacco dalla realtà e negare quell’ecumenicità del sapere che è il fine stesso della cultura?